vie educative per cuori vivi e menti accese

Semi di libertà

Semi di libertà

In situazioni in cui si è immersi mani e piedi, giorno dopo giorno, con le maniche e i pantaloni arrotolati, nella continua e a tratti fallimentare conquista della pace, millimetro per millimetro, può capitare di chiedersi, con onestà, se non sia il caso, ogni tanto, di rinunciare a qualcosa. Non dico semplicemente scegliere di fare una cosa invece che un’altra, dico proprio rinunciare, scegliere di non fare. Può capitare che anche il coraggio perda colorito, impallidisca e chieda un po’ di riposo, di tregua.
Ma, in fondo, al tuo cuore, lo sai bene che potresti tenere testa alla stanchezza e alla sfiducia e continuare a provarci.
E così, si riparte per proseguire la semina, che è un tempo senza inizio e senza fine nella pratica ed educativa.
Non c’è bisogno di granché, ogni occasione è quella giusta. E così può capitare, in un giorno qualsiasi, che, proprio nel momento, in cui la famiglia del nome incontra quella del verbo, ieri, oggi e domani, ecco che cada un minuscolo seme:

La bella libertà vive oggi.
La bella libertà viveva ieri.
La bella libertà vivrà domani.

Può capitare di raccontare la storia del poeta Paul Eluard, di quella sua poesia, scritta nella clandestinità, che scoppia di un amore folle per quella libertà che desiderava sopra ogni cosa. Capita di dirsi che quel tipo di sentimento può nascere quando ti accorgi di non avere accanto te qualcosa o qualcuno che ti è vitale, essenziale per la tua esistenza stessa. Succede di ricordare una semplice ma gigantesca similitudine, di Piero Calamandrei, così apparentemente facile da capire così difficile da vivere: “(…) la libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare (…)“.
Viviamo in condizioni dello spazio e del tempo in cui spesso quel che è giusto insegnare ai bambini non è conquistare beni, ma, date le nostre inconsapevoli fortune, preservarli e difenderli. Ripenso al lungo percorso di quest’anno sull’acqua: l’acqua, come la libertà, non sono conquiste, sono doni immeritati da preservare. La libertà è da difendere. E la prima tra le minacce è la nostra noncuranza, il tepore di chi dà per scontato.
Paul Eluard è letteralmente ossessionato dalla libertà. Ed è commovente leggere i suoi versi, immaginare lui mentre li compone, quando già ha deciso di riconquistarla, quella sua innamorata perduta. Emozionante ricordare che venne lanciata a migliaia di copie dagli aerei alleati nella Francia occupata dai nazisti. Immaginare quell’avventura, la gioia di contagiare un’intera città di quell’amore lì.
Mi perdonerà Paul Eluard se ho letto (commuovendomi) ai bambini una versione senza parole per loro difficili, così che si lasciassero trasportare dalla loro potenza senza inciampi. Questa l’originale:

Sui quaderni di scolaro
Sui miei banchi e gli alberi
Su la sabbia su la neve
Scrivo il tuo nome

Su ogni pagina che ho letto
Su ogni pagina che è bianca
Sasso sangue carta o cenere
Scrivo il tuo nome


Su le immagini dorate
Su le armi dei guerrieri
Su la corona dei re
Scrivo il tuo nome

Su la giungla ed il deserto
Su i nidi su le ginestre
Su la eco dell’infanzia
Scrivo il tuo nome


Su i miracoli notturni
Sul pan bianco dei miei giorni
Le stagioni fidanzate
Scrivo il tuo nome

Su tutti i miei lembi d’azzurro
Su lo stagno sole sfatto
E sul lago luna viva
Scrivo il tuo nome

Su le piane e l’orizzonte
Su le ali degli uccelli
E il mulino delle ombre
Scrivo il tuo nome

Su ogni alito di aurora
Su le onde su le barche
Su la montagna demente
Scrivo il tuo nome

Su la schiuma delle nuvole
Su i sudori d’uragano
Su la pioggia spessa e smorta
Scrivo il tuo nome

Su le forme scintillanti
Le campane dei colori
Su la verità fisica
Scrivo il tuo nome

Su i sentieri risvegliati
Su le strade dispiegate
Su le piazze che dilagano
Scrivo il tuo nome

Sopra il lume che s’accende
Sopra il lume che si spegne
Su le mie case raccolte
Scrivo il tuo nome

Sopra il frutto schiuso in due
Dello specchio e della stanza
Sul mio letto guscio vuoto
Scrivo il tuo nome

Sul mio cane ghiotto e tenero
Su le sue orecchie dritte
Su la sua zampa maldestra
Scrivo il tuo nome

Sul decollo della soglia
Su gli oggetti familiari
Su la santa onda del fuoco
Scrivo il tuo nome

Su ogni carne consentita
Su la fronte dei miei amici
Su ogni mano che si tende
Scrivo il tuo nome

Sopra i vetri di stupore
Su le labbra attente
Tanto più su del silenzio
Scrivo il tuo nome

Sopra i miei rifugi infranti
Sopra i miei fari crollati
Su le mura del mio tedio
Scrivo il tuo nome

Su l’assenza che non chiede
Su la nuda solitudine
Su i gradini della morte
Scrivo il tuo nome

Sul vigore ritornato
Sul pericolo svanito
Su l’immemore speranza
Scrivo il tuo nome

E in virtù d’una Parola
Ricomincio la mia vita
Sono nato per conoscerti
Per chiamarti

Libertà.

Difficile parlare di libertà quando ce l’hai. Forse più semplice provare a chiedersi: “Quando mi sento liber*?“. E scoprire che nelle risposte, anche le più semplici, si nasconde il seme di una consapevolezza.
Mi sento libera quando vado nel campo di papaveri”Mi sento libera quando corro in montagna” “Mi sento libero quando gioco fuori in giardino” Mi sento libero quando gioco a calcio al parco” (e dirci quant’è bello poter andare dove si vuole e sapere che è fuori, a contatto con la natura, che riusciamo ad afferrarla, nel respiro profondo, quella libertà)
Mi sento libero quando sto con la mia famiglia”Mi sento libera quando vado a mangiare il gelato con mia mamma” e dirci che poter stare con chi si desidera è un grande privilegio.
Mi sento libero quando nessuno mi dice cosa devo fare” e dirci che c’è una grande differenza tra chi ci dà indicazioni per il nostro bene e chi per il male nostro o degli altri.
Mi sento libera nella fantasia e nei sogni” e dirci che ci sono libertà che nessuna dittatura potrà mai togliere ad un essere umano; ed è forse questa la forma più profonda e preziosa.

Ci salutiamo promettendoci che domani diremo a chi incontreremo “buona festa della libertà“. Anche questo, in fondo, è un seme.

Mi piacerebbe provare a far circolare questi contenuti senza i social, come semi trasportati dal vento o dalle mani di chi li trova interessanti. Se questo post ti è piaciuto, puoi condividerlo con qualcuno a cui potrebbe parlare. E se vuoi ricevere le ‘oltreluci a domicilio’, trovi tutto nel banner laterale. Grazie! Chiara

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sono Chiara

lavoro come maestra nella scuola primaria

benvenutə tra le oltreluci, luogo di pensieri e racconti di scuola

le oltreluci accendono l’immaginazione e l’amore per la scoperta, aprono spazi sconfinati di pensiero poetico e critico, intrecciano le arti ad ogni sapere, che si fa così creazione e trasformazione

le oltreluci sono quei bagliori di senso che possono guidare noi maestrɜ oltre le consuetudini, alla ricerca di pensieri e percorsi che espandono e ridisegnano ogni nostro già detto, già fatto, già pensato

le oltreluci sono scintille che abitano i diversi modi di sentire, pensare e conoscere: se riusciamo a vederle, allora possiamo accompagnare a brillare ogni unicità; sono piccoli segnali luminosi a ricordarci che siamo in ogni momento in cammino verso un miglioramento, di qualsiasi entità

le oltreluci nascono da e continuano ad essere per liberi sentieri

le oltreluci sono venti, vie, scintille, nodi, passi e orizzonti

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