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La bellezza della scienza

La bellezza della scienza

Questo pezzo è stato scritto con Luca Dalmasso e pubblicato sul numero 58 di Internazionale Kids.

La musica è un’arte e il suo nome (mousikè, in greco) – oltre ad aver indicato per secoli l’unione tra musica, poesia e danza- deriva dalle Muse, nove divinità che nella mitologia greca e romana erano legate alla “verità del tutto”. Nel tempo gli esseri umani hanno pensato alla musica con tanti sguardi diversi, trovando connessioni anche con la scienza. L’acustica è una branca della fisica che dal filosofo Pitagora (vissuto 2.600 anni fa) a oggi studia il suono. I pitagorici ritenevano che lo studio fisico e acustico della musica, rispecchiando l’ordine e l’armonia del cosmo, avvicinasse alla comprensione dell’universo. Le scienze studiano le arti e le emozioni che ne derivano, afferrandone alcuni aspetti. I colori sono fisica (ottica), la poesia è anche matematica (metrica), l’architettura è fisica (statica), si è cercato di catturare la bellezza in un numero (la sezione aurea) e di descrivere l’amore tra le persone usando una formula di fisica quantistica (l’equazione di Dirac).
Si possono fare molti giochi per sperimentare le connessioni tra fisica e musica. Possiamo prendere un elastico, modificarne l’estensione e pizzicarlo per ascoltare cosa succede. O sperimentare i suoni di canne di bambù di lunghezze differenti. O anche riempire bicchieri di vetro di varie forme con diverse quantità d’acqua. Facendoli tintinnare con un cucchiaio di metallo, nasceranno suoni più acuti o più gravi, a seconda dello spessore, della forma e di quanta acqua contengono. Avremmo così uno strumento musicale originale che potremmo chiamare vetroidrofono. Sarà bello giocare sulle quantità d’acqua per intonarlo, cioè per produrre tante note diverse. A questo punto si può provare a riprodurre semplici melodie: anche solo per riuscire a suonare il ritornello della nostra canzone preferita serviranno ore di tentativi. E possiamo perfino usarlo per comporre una melodia originale e inventare le parole di una nuova canzone.

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sono Chiara

lavoro come maestra nella scuola primaria

benvenutə tra le oltreluci, luogo di pensieri e racconti di scuola

le oltreluci accendono l’immaginazione e l’amore per la scoperta, aprono spazi sconfinati di pensiero poetico e critico, intrecciano le arti ad ogni sapere, che si fa così creazione e trasformazione

le oltreluci sono quei bagliori di senso che possono guidare noi maestrɜ oltre le consuetudini, alla ricerca di pensieri e percorsi che espandono e ridisegnano ogni nostro già detto, già fatto, già pensato

le oltreluci sono scintille che abitano i diversi modi di sentire, pensare e conoscere: se riusciamo a vederle, allora possiamo accompagnare a brillare ogni unicità; sono piccoli segnali luminosi a ricordarci che siamo in ogni momento in cammino verso un miglioramento, di qualsiasi entità

le oltreluci nascono da e continuano ad essere per liberi sentieri

le oltreluci sono venti, vie, scintille, nodi, passi e orizzonti

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