vie educative per cuori vivi e menti accese

Paesaggi sonori

Paesaggi sonori

Questo pezzo è stato scritto con Luca Dalmasso e pubblicato sul numero 61 di Internazionale Kids.

Se qualcuno ci chiede di pensare a un paesaggio, è istintivo che la mente richiami alcune immagini, cioè qualcosa di percepito con gli occhi: una spiaggia, un bosco, il profilo di una montagna. Ma se ci diamo più tempo e sperimentiamo cosa evoca in noi la parola supermercato, è probabile che il cervello ci presenti sia delle immagini, per esempio delle persone che spingono carrelli della spesa, sia dei suoni, come le ruote dei carrelli sul pavimento, gli annunci al microfono o i bip delle casse. Ogni paesaggio, anche il supermercato, è composto non solo da rappresentazioni visive, ma da tutti gli stimoli che i nostri sensi colgono (e poi ricordano): suoni, profumi e sapori, sensazioni sulla pelle.
Per i suoni, è stata persino trovata una nuova parola: partendo dall’inglese landscape (paesaggio) è nato soundscape, cioè paesaggio sonoro. Ogni ambiente è anche acustico, composto cioè da suoni che possono essere naturali (come la risacca del mare), frutto dell’attività umana (come una stazione di treni) o della relazione tra natura e uomo (come i passi sulla neve). È impossibile trovare luoghi totalmente silenziosi: è molto più semplice creare il buio (l’assenza di immagini percepite) che la completa mancanza di suono, anche perché ognuno di noi porta sempre con sé i suoi suoni vitali, come il battito del cuore.
Diversi compositori hanno usato i soundscape per le loro creazioni musicali e noi possiamo esercitare la nostra naturale capacità uditiva con immersioni di ascolto. Per esempio, potremmo scegliere uno o più luoghi e, in diversi orari e stagioni, aprire con attenzione le nostre orecchie: percepiremo suoni in primo piano, altri sullo sfondo, alcuni piacevoli, altri fastidiosi. Potremmo tradurli in altri linguaggi, disegnando i suoni e le relative emozioni, accompagnando l’ascolto con il movimento, provando a raccontare a parole quello che abbiamo osservato con l’udito.

Mi piacerebbe provare a far circolare questi contenuti senza i social, come semi trasportati dal vento o dalle mani di chi li trova interessanti. Se questo post ti è piaciuto, puoi condividerlo con qualcuno a cui potrebbe parlare. E se vuoi ricevere le ‘oltreluci a domicilio’, trovi tutto nel banner laterale. Grazie! Chiara

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sono Chiara

lavoro come maestra nella scuola primaria

benvenutə tra le oltreluci, luogo di pensieri e racconti di scuola

le oltreluci accendono l’immaginazione e l’amore per la scoperta, aprono spazi sconfinati di pensiero poetico e critico, intrecciano le arti ad ogni sapere, che si fa così creazione e trasformazione

le oltreluci sono quei bagliori di senso che possono guidare noi maestrɜ oltre le consuetudini, alla ricerca di pensieri e percorsi che espandono e ridisegnano ogni nostro già detto, già fatto, già pensato

le oltreluci sono scintille che abitano i diversi modi di sentire, pensare e conoscere: se riusciamo a vederle, allora possiamo accompagnare a brillare ogni unicità; sono piccoli segnali luminosi a ricordarci che siamo in ogni momento in cammino verso un miglioramento, di qualsiasi entità

le oltreluci nascono da e continuano ad essere per liberi sentieri

le oltreluci sono venti, vie, scintille, nodi, passi e orizzonti

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