Racconto qui l’attività di avvio del lavoro di esplorazione astronomica in una quinta primaria; il percorso nella sua totalità ha poi interessato un intero quadrimestre.
L’esplorazione dell’universo è iniziata attraverso il suono, senza alcuna introduzione esplicita dell’argomento.
Sono entrata in classe e, senza fornire indicazioni, ho avviato l’ascolto di una traccia che ho composto utilizzando i suoni resi disponibili dalla NASA nei progetti di sonificazione, in cui dati astronomici vengono trasformati in frequenze udibili, permettendo di ascoltare fenomeni cosmici altrimenti impercettibili, come le vibrazioni dei pianeti, le onde radio delle pulsar o l’eco di buchi neri distanti.
Durante un primo ascolto, è stato chiesto di concentrarsi solo sull’esperienza sonora, lasciandosi guidare dall’immaginazione e dalle sensazioni suscitate.
In un secondo ascolto, lɜ bambinɜ sono statɜ invitatɜ a tradurre in segni e immagini su un foglio bianco ciò che percepivano, senza vincoli di forma o stile.
Le loro produzioni grafiche sono poi diventate il punto di partenza per una condivisione delle emozioni provate. Sono emerse associazioni con la vastità e il mistero dello spazio, con movimenti cosmici, con atmosfere sconosciute e paesaggi astratti, in un primo approccio all’universo basato sulla sensibilità individuale. Alcuni hanno tentato di ricondurre i suoni ascoltati a forme conosciute, come l’effetto del canto gregoriano o il verso di un narvalo, alcuni si sono lasciati andare tracciando linee e forme astratte scegliendo colori sulla base delle emozioni, altri hanno formalizzato le sensazioni provate in creature inventate; una bambina ha lasciato il foglio completamente bianco, meravigliosa metafora dello spazio infinito e profondo.
Soltanto in un secondo momento è stata svelata la natura dei suoni ascoltati, avviando un percorso di esplorazione dell’universo che ha unito, in numerosi momenti, il rigore scientifico alla libertà espressiva dell’arte.
Per chi volesse immergersi (o utilizzare) nella traccia, è ascoltabile cliccando qui.
La traccia stessa, poi, è stata riproposta in una lezione aperta con le famiglie e lì sono statɜ lɜ bambinɜ a fare da guida in questa immersione sonora e nel percorso di andata e ritorno tra invisibile, visibile e sonoro.
Mi piacerebbe provare a far circolare questi contenuti senza i social, come semi trasportati dal vento o dalle mani di chi li trova interessanti. Se questo post ti è piaciuto, puoi condividerlo con qualcuno a cui potrebbe parlare. E se vuoi ricevere le ‘oltreluci a domicilio’, trovi tutto nel banner laterale. Grazie! Chiara


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